Mosca è una macchina che mangia il tempo
Ci siamo incontrati a Mosca in un bar italiano – il Granvillano Caffé, di cui vi ho già parlato.
Lui è Andrea Altieri, abruzzese, chimico farmaceutico e da 17 anni in Russia, a Mosca.
Devo dire che è stato molto interessante parlare con lui, per le tante idee curiose sulla vita nella mia città nativa. Mosca è come una macchina che mangia il tempo? Ecco perché…
Perché sei venuto in Russia?
Per mia moglie e per i bambini
Lei è russa?
Sì. In verità ci siamo conosciuti in Inghilterra. Poi abbiamo vissuto in vari paesi ed alla fine ci siamo trasferiti qui a Mosca. All’inizio ero molto scettico, ma per fortuna in poco tempo ho trovato lavoro.
Che lavoro hai trovato?
Ho lavorato per tantissimo tempo in un’azienda chimica. Poi insieme ad un socio russo abbiamo creato un’azienda di servizi collegati alla chimica EDASA scientific.
È molto interessante!
Pensa che adesso insegno anche in un corso di dottorato, insegno chimica-farmaceutica.
In inglese?
Sì, sì, il corso è in inglese. Adesso ho un contratto fisso con l’università.
Secondo te c’è differenza fra lavorare con gli italiani e lavorare con i russi?
Penso di sì. Gli italiani sono abituati a un concetto: hai un lavoro e ricevi uno stipendio. Il sistema russo è molto legato al mercato. Se per esempio lavori nella chimica e realizzi dei prodotti, tu guadagni se i prodotti si vendono. Se non si vendono, non avrai nulla. Io ormai mi ci sono abituato. Il sistema lavorativo russo è come una battaglia. Io ho fatto esperienza in vari paesi, Inghilterra, America, Italia, ma poi sono “esploso” qui.
“Esploso”? Nel senso che hai raggiunto il successo?
Sì, alla fine adesso sono socio in un’azienda di chimica ben avviata. E sono uno straniero.
È una grande cosa, davvero!
Sì, anche perché questo sistema per una persona dell’occidente è molto difficile da accettare.
Cosa sapevi della Russia prima di venire qua? Cosa ti aspettavi?
Io avevo già vissuto in altri paesi, quindi non ho sofferto un vero shock culturale. Per me ogni paese è un mondo a sé. Certo, ci sono paesi più aperti agli stranieri, come l’Inghilterra, l’Australia o gli Stati Uniti. Se sei in Inghilterra, per esempio, puoi continuare a sentirti assolutamente italiano. Ti puoi permettere molta più libertà culturale. La Russia invece è un po’ come l’Italia. Non chiamerei questi paesi super aperti. Se decidi di andare in Italia, devi seguire alcune regole italiane. Così se vuoi vivere in Russia dovrai adeguarti alle regole russe.
E tu ti senti italiano qui? Dopo 17 anni…
Non tantissimo… Sono fuori dall’Italia già da 22-23 anni… Amo tantissimo l’Italia, ai miei figli parlo in Italiano, cerco di portarli in Italia ogni anno. Dal punto di visto culturale, sì, certamente riconosco di avere dei valori italiani. Ma non ci tornerei a vivere. Mi sentirei 2 volte straniero se tornassi in Italia.
Quando sei venuto in Russia parlavi già Russo?
No, non parlavo Russo.
Come te la sei cavata qui in Russia senza parlare la lingua?
Piano piano ho imparato, dalla strada, dalle persone che incontravo.
Quindi si può sopravvivere qui parlando solo Inglese?
Dipende da cosa fai. Io lavoro nel settore chimico ed è molto più importante conoscere l’Inglese nel mio lavoro.
Secondo te come è cambiata la Russia in questi 17 anni?
Mosca è cambiata tantissimo! Io sono tornato in Inghilterra diverse volte, ma non ho visto cambiamenti come qui. Quando mi sono trasferito, c’erano buche nelle strade, c’erano tanti senza tetto. All’improvviso è sparito tutto. C’è stato il boom economico e sono arrivate diverse macchine costose. Poi è arrivata la crisi e tutto è peggiorato. Adesso le cose sono migliorate, la classe media ha iniziato ad emergere.
Una cosa che mi impressiona sempre in Russia è l’insieme dei servizi legati all’educazione per i bambini. Non li ho mai visti in nessun altro luogo. Dire eccezionali in questo caso è dire poco!
Ti manca qualcosa dell’Italia qui a Mosca?
Mi manca molto il contatto con il mare. Però anche qui c’è molta natura, per esempio io vado spesso nei boschi. Quando voglio uscire dalla città mi sposto verso Kaluga. Anche la Karelia mi piace molto. C’è molta natura anche qui, diversa, ma c’è.
Cosa fa un italiano a Mosca nel tempo libero?
Il problema è avere il tempo libero qui. Mosca è una “macchina che mangia il tempo”. Ma non è un problema solo russo. Se vai a New York, probabilmente sarà la stessa cosa…
Cosa diresti ad un italiano che vuole trasferirsi in Russia?
Dipende da quello che cerca. Se sta cercando un salario fisso, non è il posto in cui andare, almeno per il momento. Ma secondo me, i paesi con un’economia in via di sviluppo possono offrire molte possibilità per chi ha capacità tecniche. Potrebbero davvero ottenere un grande successo. Non so se è così, ma ho questa visione della Russia.
Che consiglio daresti?
Studiare il Russo prima di tutto. Aiuta molto qui.
A cura di Oxana Timakova
CIAO / SALVE PUò METTERSI IN CONTATTO PER FAVORE?
Ci sono i contatti sul sito http://www.edasascientific.com