La “vaccinazione” del primo anno
Siete a Mosca e vi manca il vero caffè italiano? A Mosca si può trovare tutto! Vi presento un bar italiano con un vero barista italiano – Granvillano Caffe. É un luogo piccolo, ma molto accogliente! Ci si sente molto bene ed il caffè è molto buono! A parte il caffè, si possono trovare freschissime brioches, che il proprietario prepara ogni ora. E poi si trova in un luogo particolare – proprio in centro città, vicino ad Arbat, all’interno della casa di Gogol. Allora, ecco Andrea Granvillano, che ha creato questo angolino di Italia a Mosca.
Raccontaci un po’ di te, di dove sei, da quanto tempo sei qui in Russia?
Sono nato a Genova. Sono venuto in Russia per la prima volta nel 2009 in vacanza, per vedere com’era la Russia, perché mi ha sempre affascinato. Ma ho anche sempre avuto un certo timore a venire.
Perché avevi timore? Cosa ti aspettavi?
Perché la Russia è la Russia. Io conoscevo la Russia attraverso i film, quindi avevo una visione abbastanza stereotipata.
Pensavo di trovare l’Unione Sovietica. E invece ho trovato un paese moderno. Non è assolutamente come te lo propongano i media occidentali, anche adesso. È una capitale europea, come tutte le altre. Chiaramente c’è una differenza fra Russia ed Europa, ma non è certamente coma la dipingono, come un posto spaventoso.
Sono venuto qui e mi è piaciuto molto!
Sei venuto prima a Mosca?
Si, sono venuto a Mosca, da dove cominciare se non da Mosca?
È stato per me come esplorare un mondo diverso. Poi sono rientrato in Italia e mi è rimasto il pensiero della Russa. Allora ho inserito il mio CV su un sito di HeadHunter in Russia.
Sono stato chiamato da un’azienda russa che gestisce diversi caffè. Io ho sempre lavorato nella ristorazione. Mi hanno invitato a prendere la direzione di alcuni caffè.
E come è stato?
È stata una grande sfida. Io non parlavo Russo, parlavo solo Inglese. Inizialmente mi avevano assicurato che qui tutti parlavano inglese, ma poi ho visto che non era esattamente così.
Il primo anno è stato il più difficile. C’era la barriera della lingua e poi anche altre cose erano diverse. Non c’è cosi tanto sole, la cucina. Ho avuto un po’ un crollo psicologico.
Mi sono scontrato con una lingua che non è intuitiva. L’alfabeto, la grammatica sono assolutamente diversi. La barriera linguistica è la cosa che mi ha fermato di più, una volta superata questa barriera è stato tutto molto più facile.
Ora penso che questo mi abbia rafforzato psicologicamente. È come una vaccinazione. Se sei vaccinato, sei più forte e vai avanti.
Per quanto riguarda la mentalità, il modo di fare le cose, più o meno ci assomigliamo.
Finito il mio contratto, ho deciso di rimanere in Russia e mi sono messo in proprio. Vendevo il caffè sul mio sito.
Come ti è venuta questa idea?
Qui a Mosca, il caffè che bevevo in giro non mi piaceva molto. Allora scherzando con gli amici ho detto: perché non fare il mio caffè? Ci ho pensato un po’ e ho creato il mio negozio online. All’inizio è stato abbastanza difficile, nessuno mi conosceva. Poi, piano piano sono arrivati i clienti ed il negozio è partito. Dopo un anno di attività la gente ha iniziato a chiedere anche un posto fisico. Volevano conoscermi, volevano bere il caffè in un vero bar. Ho quindi aperto il primo caffè in Leninskiy prospect, era un posto piccolissimo. Poi ho chiuso in Leninskiy e aperto questo, in centro. Adesso sto cercando un altro posto in centro per un secondo caffè.
Questo è un posto bellissimo. In centro, c’è la casa di Gogol. Come hai scelto questo luogo?
Sono stato invitato dal direttore della casa ad aprire il mio caffè qui. Sono venuto e mi è piaciuto il posto. Mi piace Gogol, e poi lui era affascinato dall’Italia.
Com’è avere il proprio business in Russia?
Ci sono delle difficoltà. Perché dal punto di vista lavorativo, Mosca è una città dove, se lavori in proprio, devi valutare bene tutte le scelte. Basta un piccolo errore e finisci con le gambe all’aria.
Ma è anche una città che offre tante possibilità. Però solo se hai le idee chiare su cosa vuoi fare. Se no, si rischia di essere mangiati da Mosca.
Cioè devi saper fare qualcosa e capire in che direzione vuoi andare.
Esatto, io sono venuto qui avendo già esperienza nella ristorazione. A me piace il mondo del bar e vado in questa direzione. Non faccio altro.
Per uno straniero è facile fare business qui in Russia? Tu hai aperto il tuo business. Il fatto che tu sei straniero è stato un ostacolo per te?
Per me no, anche perché ho avuto l’aiuto di mia moglie. Lei è russa e ovviamente parla Russo. Per tutti i contratti ed i dettagli ci pensava lei. Se fossi partito da zero qui, avrei dovuto chiedere una consulenza. La burocrazia russa è ancora molto macchinosa, è molto facile sbagliare. Bisogna avere un appoggio locale (un consulente o una persona di fiducia).
Ti manca qualcosa dell’Italia?
Sì, l’Italia mi manca tantissimo. Sono cresciuto vicino al mare. E poi la cosa che mi manca di più dopo il mare è andare in moto. Gli automobilisti moscoviti non sono ancora così “civilizzati” nel comportamento in strada.
E poi, il tempo a Mosca non ti permette di viaggiare tutto l’anno come potresti fare a Genova, per esempio.
Sì, quello sì.
Cosa diresti ad un italiano che vuole trasferirsi in Russia?
Di imparare prima il Russo! Perché senza parlare la lingua si fa una fatica terribile.
Mosca è una città più dura rispetto a tutta la Russia. Però è anche una città che ti fa crescere tanto. Se sei capace di fare il tuo lavoro e sei convinto, puoi trovare soddisfazione. E si può raggiungere il successo qui, nonostante le difficoltà economiche di oggi.
A cura di Oxana Timakova