Niente succede per caso

Ci siamo incontrate in un giorno di festa. Nonostante questo, era occupata dalla mattina alla sera tardi. È un miracolo che abbiamo trovato un’oretta per bere un caffè insieme. Cosa sapevo di Anna prima di incontrarla? Solo che era giovanissima (ha solo 18 anni), ma che già da 8 anni viveva in Russia e studiava danza preso la prestigiosa scuola del Bolshoi. Era appena tornata da un concorso di danza, dove aveva vinto la medaglia d’oro! Immaginavo di incontrare una ragazza stanca, io lo sarei sicuramente con un ritmo di vita cosi. Invece Anna è una ragazza piena di energia, di vita, ricca di piani e di idee per il futuro. La sua storia mi ha colpito, è davvero molto forte! È stato un grande piacere conoscerla e parlare con lei! Ecco di cosa abbiamo parlato.

Dove sei nata?

Sono nata a Milano, non mi sarei mai immaginata di venire a vivere a Mosca, anche se mio padre è russo. All’età di 8 anni sono entrata alla scuola di ballo della Scala. Poi ho fatto l’esame per passare all’Accademia e mi hanno proposto di andare a farmi vedere anche al Bolshoi. Sono quindi venuta a Mosca, ho fatto l’esame per entrare nella scuola del Bolshoi, però non mi hanno preso.

Abbiamo allora deciso di provare altre scuole qui in Russia e alla fine mi hanno preso in diversi posti. Ho scelto l’Accademia Statale di Danza “Gzhel” sotto la direzione di Vladimir Zakharov. Ho iniziato a studiare lì e anche a cambiare il mio modo di ballare, perché ci sono metodi diversi in Italia e in Russia.

Sei venuta da sola a Mosca?

No, sono venuta con mia madre. Per fortuna la sua azienda aveva un ufficio anche a Mosca e lei ha chiesto trasferimento. Mio padre, che è russo, è dovuto restare in Italia.

Parlavi il Russo prima di venire a Mosca?

No, non sapevo niente. All’inizio parlavo con le mani, con i gesti… Le ragazze a scuola sono state molto gentili e mi hanno aiutato da subito. Sono entrata nel mondo russo e non avevo altra scelta, ho imparato la lingua. Per fortuna sono stata sempre aperta alle cose nuove.

Come sei riuscita a seguire la scuola russa senza parlare la lingua?

Mi ha aiutato il fatto di non essere entrata subito al Bolshoi. All’inizio ero molto triste, ma poi ho capito che a quel tempo non sarei riuscita a seguire la scuola russa. Avendo aspettative più flessibili, lo Gzhel mi ha dato la possibilità di avanzare piano piano. Gli insegnanti mi hanno aiutato. Sono passati 3 anni, mia mamma ha terminato il suo contratto ed è dovuta rientrare in Italia. Ed io ho deciso un’altra volta di provare ad entrate al Bolshoi, prima di accettare di tornare in Italia. Questa volta mi hanno presa.

Come era la nuova scuola?

Era molto diversa, molto più severa. E poi la sensazione di studiare al Bolshoi era di fare qualcosa di molto importante, ma spaventoso.

Adesso sono qui da cinque anni, cioè frequento l’ottavo anno in questa scuola, è l’ultimo anno.

Cosa vuoi fare dopo la scuola? Vuoi restare in Russia oppure andare in qualche altro paese?

Adesso sto cercando lavoro. Faccio audizioni in diversi posti. Cerco di farmi vedere il più possibile in diversi teatri per capire come funziona questo mondo.

A me piacerebbe restare in Russia, anche perché se vai via dalla Russia poi è molto difficile tornare. Ci sono tante ballerine russe. Adesso tutto dipende dalle proposte che mi faranno, che ruolo mi proporranno.

Sei una persona molto forte! Restare da sola in un paese straniero, con una lingua straniera all’età di 13 anni. Non tutti potrebbero farlo!

Non sono neanche l’unica. Io vivo in camera con una ragazza italiana, ma lei è venuta più tardi, quando aveva 14-15 anni.

Ti senti più italiana o russa?

50%-50%, avendo un padre russo, mi sono sempre sentita con il cuore di entrambi i paesi. La Russia per me è diventata il mio mondo e sarebbe difficilissimo lasciarla adesso. Ma comunque le mie abitudini italiane sono rimaste. Non ho mai perso la parte italiana di me. Mi sento di essere “multitasking”, in qualunque paese vada adesso, sono pronta a nuove esperienze. Non ho paura del cambiamento, di trasformarmi. Alla fine niente succede per caso. Questo l’ho già imparato. Se qualcosa va storto, significa che doveva andare così.

Secondo te c’è differenza fra i giovani italiani e i giovani russi?

I ragazzi sono più aperti mentalmente qui in Russia, però con il tempo noi (italiani) li raggiungiamo. A Mosca secondo me uno cresce più in fretta, diventa più grande subito. E questo può essere pericoloso perché vuol anche dire che nell’età in cui i giovani perdono un po’ la testa, i ragazzi saranno anche meno attenti. In Italia i ragazzi iniziano ad uscire proprio nel momento in cui diventano più maturi e per questo fanno più attenzione.

Ti trovi bene qui?

Come luogo in cui vivere, mi piace più Mosca di Milano. E’ più viva. I negozi sono aperti 24 ore su 24. Mosca è sempre attiva, sempre accesa, è un po’ come New York, solo migliore.

In che senso migliore?

La città è tenuta meglio, è più curata. Il metro è molto pulito e ordinato. Ci sono tante decorazioni in città. Questo non significa che critico l’Italia. Voglio tantissimo bene all’Italia. Sono sempre contenta di andarci, sentire le persone parlare la mia lingua nativa. Però ora ho questo amore per Mosca dentro di me.

Ti manca qualcosa dell’Italia?

Si, innanzitutto la cucina. Sono una ballerina, ma mi piace tantissimo mangiare, come una tipica italiana. Qui purtroppo i prodotti non sono così freschi come in Italia. In Italia c’è molta più scelta biologica, vegana. Ci sono scelte per tutti i gusti. In Italia abbiamo una coltivazioni nostre, tutto è molto più fresco.

Poi mi manca la cultura, nel senso che le persone italiane sono più attive, aperte verso gli altri. Puoi incontrare una persona, che non conosci, ma lei ti dice lo stesso: “Buongiorno, come va?” Qui a Mosca non è così. Ma a volte mi piace anche che posso andarmene in giro per conto mio, nei miei pensieri, senza dire “buongiorno” a nessuno. Ci si abitua a tutto.

Il tuo sogno?

Vorrei aprire una scuola di ballo in Italia per portare la tradizione della danza Russa.

Cosa diresti a un giovane che pensa di trasferirsi in Russia?

Direi di aprirsi mentalmente, penso che sia la cosa più importante. Può sembrare un pensiero molto generale, ma è importante avere voglia di cambiare prospettiva, voglia di vedere le cose da un punto di visto diverso. Bisogna venire qua con una certa ammirazione per il paese e solo allora ti si apre veramente la Russia.

 

A cura di Oxana Timakova

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